Perché è necessario liberarci della vecchia logica della carota e il bastone in materia di motivazione al lavoro?

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Tutti gli approcci psicologici hanno cercato di spiegare i meccanismi della motivazione, le sue dinamiche, come si attiva, perché, qual’è l’energia, il flusso, la quantità di libido che, poi alla fine, ci porta ad agire. E’ stata una costante nella mia esperienza professionale di consulenza HR: selezionare persone con alta motivazione, capire perché in un determinato ufficio alle persone manca la motivazione, fare formazione che lasci alle persone motivate, valutare la performance tenendo presente la motivazione, instaurare processi di coaching in cui mettere a punto la motivazione di manager e dirigenti.

Tutto questo perché forse uno dei legami più importante della motivazione è quello che esiste con la nostra capacità d’apprendimento. Le persone apprendono costantemente e della loro capacità d’apprendimento dipende in gran parte la loro capacità di rinnovarsi, di mettersi in gioco, di provare a cambiare le cose che non funzionano e di creare nuovi percorsi, nuove strategie per migliorare il proprio lavoro e la propria vita lavorativa, e non solo. Ma come spiegare allora cosa funziona e cosa non…?

L’approccio comportamentista di base ci propone complessi processi di condizionamento di ordine superiore, il famoso rinforzo secondario che ci porta ad apprendere una sequenza di azioni per raggiungere l’obiettivo finale; pensieri, emozioni e azioni come in un grande labirinto ci permettono di instaurare una catena di comportamenti che ci portano ad ottenere quello che vogliamo o ad evitare quello che non vogliamo.

Solitamente pensiamo che la motivazione scaturisce da un rinforzo positivo ad un comportamento desiderato e non ci focalizziamo su quanto può incidere invece un rinforzo negativo appreso. Il potere motivante della paura dimostrato in moltissimi esperimenti. Molti autori sostengono che gran parte dei comportamenti umani sia in realtà motivato dalla paura e dall’ansia. Addirittura alcuni autori affermano che molte motivazioni acquisite possono diventare funzionalmente autonome.

Alla base del comportamento motivato umano vi sono una serie di azioni ripetute legate al conseguimento di risultati positivi; le ripetizioni e il consolidamento di questi modelli comportamentali producono delle vere e proprie abitudini che danno vita ad una motivazione sostanzialmente autonoma dagli originari nessi causali.

Se aggiungiamo un elemento di progettualità è possibile evidenziare all’interno della motivazione delle differenze di tipo qualitativo date dalla maggiore o minore complessità dei piani che la persona elabora per il conseguimento di determinati obiettivi. Un altro elemento che arricchisce la nostra analisi riguarda i cambiamenti nel sistema cognitivo di valori e di norme nel passaggio da un tipo di motivazione ad un altro: motivazioni e bisogni mutano in rapporto al numero di informazioni provenienti dall’ambiente. Il trattamento e l’elaborazione delle informazioni in entrata provocano una continua sistemazione e ristrutturazione dei piani progettuali per il conseguimento di determinati obiettivi.

L’intensità del comportamento motivato, la sua persistenza e l’orientamento verso la meta prefissata sono collegati ai processi cognitivi considerati in una dimensione evolutiva, come delle capacità che si sviluppano gradualmente dando luogo a competenze diverse che corrispondono a bisogni anch’essi differenti da quelli primari a quelli acquisiti, secondari o comunque più complessi.

In questa direzione vanno le conclusioni dell’intervento di Dan Pink in un TED sulla sorprendente scienza della motivazione, in cui afferma che se vogliamo ottenere coinvolgimento e autodeterminazione è necessario puntare sui tre pilastri a cui ci tengono più gli essere umani: l’autonomia, come esigenza di dirigere la propria vita, la padronanza, come il desiderio di migliorare costantemente in qualcosa che conta, e l’avere un proposito, un obiettivo, data la fortissima pulsione a fare qual che facciamo per raggiungere qualcosa più grande di noi. Se vuoi sapere quali aziende lavorano già su questi pilastri, guarda il video completo in questo link http://www.ted.com/talks/dan_pink_on_motivation?language=it#t-7696